BIOGRAFIA
INTRODUZIONE
Considerato dalla critica internazionale uno dei maggiori esponenti italiani dell’Espressionismo Moderno, allievo artistico e spirituale di Chagall, il Maestro Francesco Caraccio continua a proporsi sulla scena italiana con nuovi progetti ed eventi espositivi, ottenendo grande apprezzamento da parte della critica internazionale, sia in campo figurativo, sia astratto.
Nato in Italia ma francese di adozione, studia e perfeziona la sua arte nei paesi nordici. Parigi, Bruxelles ed Amsterdam, formano il Maestro in ambito pittorico e scultoreo. La sua ricerca artistica lo divide tra l’Italia e la l’amata Provenza, con viaggi negli Stati Uniti, dove vive interessanti e stimolanti esperienze artistiche che ne segnano la carriera.
Oggi nel suo studio di Milano continua instancabile la sua produzione, sotto la spinta di una costante sperimentazione tra immagini e poesia.
Ad alcuni grandi progetti, in particolare, il Maestro dedica la sua attenzione da tempo; un evento / studio sul mondo della Danza Classica ed un progetto sull’Olocausto.
Parallelamente ai numerosi eventi espositivi che lo vedono protagonista in Italia, a partire dal 2008 il Maestro Caraccio è invitato da galleristi ed istituzioni cinesi a presentare la sua opera in diverse città, a dimostrazione di un apprezzamento internazionale continuo.
Tra queste spiccano l’Università delle Belle Arti di Shangai (che propone una serie di esposizioni itineranti in diverse città tra cui Hong Kong e L’università di Pechino (che invece lo invita in veste di relatore alla Conferenza internazionale da titolo “Il significato universale delle pittura oggi”).
Sulla scena italiana il riconoscimento dell’opera del Maestro trova testimonianza nella sua costante presenza nel Catalogo Mondadori dell’Arte Moderna Italiana, che lo inserisce quale artista di livello internazionale.
Questa importante conferma è il frutto delle numerosissime personali e collettive che in oltre quarant’anni di lavoro hanno segnato in Italia il cammino del Maestro, portando le sue opere nelle gallerie, musei e sedi espositive più prestigiosi delle principali città italiane.
Il 2007 segna l’anno di svolta in questo cammino. Carraccio, infatti, inaugura la personale “Figures. Paesaggi Umani” al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, in concomitanza con l’esposizione dedicata ai fratelli De Chirico. Il catalogo della mostra è introdotto da un’intensa presentazione della Professoressa Martina Corgnati.
ANNI 2000
Tra il 1999 e il 2004 sono gli Stati Uniti ad accogliere nuovamente l’opera del Maestro (Houston, Boston e New York) e nel 2005 èl'unico artista italiano invitato al New York International Art Festival. È del 2006 la personale dal titolo “Espressioni dell’Anima”, organizzata dall’Associazione Culturale Open Space a Roma, così come quella ospitata a Palazzo Prati di Rovagnasco ad Alessandria organizzata dalla società FIDICOM.Il 2006 segna il rientro di Caraccio in Asta: le sue opere vengono accettate da: Farsetti, Rosenberg e Meeting Art. Nel 2007 l’artista è presente alla Fiera “Luxory & Yachts”, nell’ambito di Fiera Verona, su presentazione della Lagart Art Projects, che organizzerà una sua personale a San Paul de Vence alla Galleria La Galery. Nella primavera del 2007 Mondadori inserisce Caraccio tra i nominativi degli artisti che saranno presentati nell’edizione 2007 nel n. 43 del Catalogo dell’Arte Moderna Italiana.
ANNI NOVANTA
A partire dal 1990, l’artista sviluppa interessanti relazioni con il Giappone dove, a seguito di una personale organizzata dalla Soc. Essere presso la Sunada Gallery di Tokyo, alcune delle più prestigiose multinazionali del Paese (Mitsubishi, Sony, Toshiba) acquistano sue opere, fattore che, insieme all’attenzione della stampa giapponese, concorre a diffondere il nome dell’artista nella capitale.
È questo l’anno in cui le sue opere entrano in asta internazionale alla Società Nuova Brerarte di Milano e si avvia una collaborazione con la prestigiosa Stamperia d’Arte Internazionale La Spirale, nell’ambito della quale Caraccio inizia la produzione di litografie e multipli in bronzo. Nel 1992 il prof. Franco Passoni scrive di lui “(…) Molto gli ha giovato la lezione di Van Gogh”(…) “Caraccio ha imparato da lui il coraggio di distinguersi dagli altri pittori coevi, abbandonandosi al suo temperamento ed al desiderio di guardare ed esprimersi (…). Caraccio in seguito è presente all’Arte Fiera di Bologna, su presentazione della Galleria L’Ariete di Bologna e partecipa, quale unico rappresentante per l’Italia, all’Esposizione Collettiva Internazionale della Galleria d’Arte Moderna Du Carré d’Or di Parigi, manifestazione europea di scultura e pittura inaugurata alla presenza ufficiale dell’allora Ministro della Cultura Francese. Nel 1994 il Comune di Monza (MI), Sezione arredo urbano, seleziona e commissiona all’artista il progetto per una grande scultura in bronzo dal titolo “Porta”, da erigere all’entrata del centro storico della città. Studi e ricerche lo vedono impegnato tra il 1996 ed il 1999, senza peraltro che ciò interrompa la sua attività espositiva. Dopo una personale alla Galleria Azurenne di Antibes, infatti, inizia una collaborazione organica con il gallerista e mercante franco – australiano John Murphy che, dopo varie personali alla Galleria La Main d’Or di Saint Paul de Vence, e nell’omonima Galleria di St Louis en Ile a Parigi, trasferisce molte sue opere oltreoceano, negli Stati Uniti che vengono così esposte in diverse città: Houston - Colombe D’Or Gallery; Carmel - Diamarti Gallery; Boston - Lanove Fine Arts.
ANNI OTTANTA
Tra il 1979 ed il 1981 l’artista dedica la sua ricerca alla dimensione, iniziando ad applicarsi a tele di grandi dimensioni ed a nuovi materiali. Pur prediligendo ancora l’olio, studia nuove applicazioni, in particolare lo smalto; ricerca che presenta al Premio “Italia 2000” - Napoli ed al Premio “La Bilancia’”- Varese, nonché, infine, in occasione di una personale organizzata a Roma presso la sede centrale della City Bank (Consulenza D’Ars). Come molti suoi contemporanei, nel biennio 1981 – 1982, Caraccio alterna il suo lavoro nello studio di Lissone (Milano) con soventi viaggi negli USA, tra Boston e New York, dove ha contatti con Leo Castelli, che incoraggia il giovane Caraccio apprezzandone l’affezione e la pervicacia nella costante ricerca figurativa. Il 1983 è segnato da un evento di particolare rilevanza per l’artista: le sue opere vengono esposte in una personale “a confronto” con Corneille, illustre esponente del Movimento COBRA, presso la Galleria Il Canovaccio di Roma, riscuotendo un significativo successo di critica (Consulenza D’Ars). Lo stesso anno, Caraccio trasferisce il suo studio a New York, Bleker St.302, dove incontra i maestri e la pittura americana. Con il 1989 si riapre per Caraccio una stagione ricca di mostre: realizza una personale pubblica alla Fortezza Nuova di Livorno a cura del prof. Paolo Levi e partecipa alla prestigiosa collettiva “Itinerari Pisani” promossa dall’Assessorato alla Cultura città di Pisa presso Palazzo Lanfranchi, curata dal critico prof. Franco Solmi. Vince, inoltre, il Premio “Valle D’Aosta”, su presentazione del prof. F. Gualdoni. L’anno dopo partecipa all’Art Expò di New York e alla Lineart di Gent e la critica nazionale gli attribuisce la Medaglia d’Oro al Premio “Città di Sulmona”. In questo stesso periodo si susseguono importanti personali all’estero e in Italia: Galleria Link Kunstpromotie, Den Haag; Centro de Arte Contemporaneo, Città del Messico; Galleria L’Ariete, Bologna, (presentazione prof.Alberico Sala); Galleria Petrarca, Parma (presentazione di Giorgio Celli - Gruppo 63). Ancora a Milano, Caraccio, guidato dal prof. Paolo Levi, riafferma il suo spiccato amore per la figura umana, soprattutto il volto, in una personale dal titolo “Maschere Moderne”, che apre l’iniziativa “L’Arte in Palcoscenico”, al Teatro dei Filodrammatici, promossa dall’Assessorato alla Cultura.
ANNI SETTANTA
Tra il 1963 ed il 1972, l'artista vive in Francia e Belgio, dove studia presso l’Accademia delle Belle Arti di Bruxelles. La sua carriera artistica inizia molto presto, dal momento che nel 1967, giovanissimo, espone in collettive sia in Belgio, alla Galleria Charbonnier ed alla Louise Gallery di Bruxelles e nel 1968 il Circolo de Pretis di Stradella (PV), ospita la sua prima personale. Nello stesso periodo partecipa a diversi premi: nel 1968 Parigi è Medaglia d’oro al Premio ‘Giovani Artisti Figurativi’ e nel 1970 è Medaglia d’argento al Concorso “Accademia delle Belle Arti” di Roma. Tra il 1968 ed il 1973 frequenta studi di vari maestri italiani e stranieri, perfezionando la sua ricerca artistica che viene riconosciuta nell’ambito di “Europa 72” - Palazzo Reale, Milano e del Concorso “Palais des Expositions”, Parigi. A seguito dell’esposizione di Parigi nel 1972 Caraccio si stabilisce definitivamente in Italia dove continua la sua attività espositiva presso la Galleria Il Vettore di Milano ed alla Galleria Delia di Seregno e dove, incoraggiato da un affettuoso benvenuto nell’arte figurativa italiana dal Maestro Remo Brindisi che stima il suo talento, partecipa a concorsi e rassegne nazionali ed internazionali, vincendo il Premio Internazionale “Joan Mirò”’ - Barcellona, il Premio Internazionale “Città di Ostenda’”- Ostenda nonché il Premio Nazionale ‘Pavone D’Oro’ - Milano. Dal 1974 ha avvio una stagione di particolare interesse per la scultura, che Caraccio approfondirà nel decennio seguente. L’Amministrazione Provinciale di Milano, aggiudica all’artista il terzo posto nell’ambito del Concorso per la realizzazione di opere d’arte da collocare presso il Nuovo Istituto Tecnico Industriale di Abbiategrasso, che rappresenterà il primo di una lunga serie di riconoscimenti pubblici della sua opera scultorea. Nel 1976, infatti, vince il Concorso Nazionale “Regione Lombardia” - Milano, con due progetti di scultura per edifici regionali e l’anno successivo si classifica secondo al Concorso Monumento “I Licei”, indetto dalla Regione Lombardia, entrando così nel Collegio degli Scultori Italiani. È dello stesso anno il primo monumento, in marmo e granito a bassorilievo, dedicato ai Caduti per la città di Montelparo (AP), commissionato dall’omonimo Comune. L’Oscar per la pittura “Davide di Michelangelo” nel 1978 (Rassegna Internazionale - Taormina) testimonia il crescente apprezzamento a livello nazionale dell’opera di Caraccio, seguito nello stesso anno dal Premio “Lo Scudo d’Oro - Dante Alighieri”, Roma. Ciononostante, il suo carattere schivo, la sua passione tenace per il figurativo lo tengono lontano dai molteplici movimenti artistici del periodo.